Chi, da bambino, non ha mai immaginato che gli oggetti potessero prendere vita? Chi non ha mai sognato, almeno una volta, che le “cose” inanimate avessero in realtà dei sentimenti, dei desideri, delle storie da raccontare? Di certo lo ha fatto Andersen, poeta della trasfigurazione e del sogno. Le sue fiabe nascono dalle zone più nascoste dell’inconscio, dalle paure meno evidenti, dai sogni più struggenti. Gli oggetti parlano, le creature si trasformano, inseguendo impulsi, amori, giochi, immagini: e così un ago da rammendo può tranquillamente viaggiare in carrozza, mentre una teiera cantare la sua vita. Nella nostra creazione al centro della scena vi è un bidone della spazzatura, bianco: il bidone di colpo si spalanca e il racconto prende forma.
Lo spettacolo ha partecipato all’Andersen Festival di Sestri Levante edizione 2009 e al Festival Giocateatro di Torino edizione 2011.